Affordance, la funzionalità intuitiva

La mia innata curiosità mi porta a cercare sempre di capire il mondo che ci circonda ed è così che mi sono imbattuta in un termine che non conoscevo: affordance.
Questa parola è stata utilizzata per la prima volta nel 1979 da James Gibson, uno psicologo americano, nel saggio “Un approccio ecologico alla percezione visiva”.
Gibson teorizza un concetto che io ho sempre percepito come evidente ma del quale non trovavo un riconoscimento per così dire accademico.
In pratica, la forma di un oggetto ci fa intuire subito a cosa serve. Un esempio classico è la forchetta, serve per mangiare, ha a che fare con il cibo, e si usa per infilzare qualcosa. Basta guardarla per capirlo!
Più l’affordance è forte più la funzione di un oggetto è chiara e lampante, e questo concetto si può applicare a qualsiasi oggetto o elemento di uso comune.
Perciò, tutto quello che viene inserito in un immobile, destinato alla vendita o all’affitto, con la tecnica dell’home staging, suscita, in chi lo visita, un significato emotivo al quale non c’è bisogno di dare una giustificazione.
Non occorre spiegare a cosa serve un morbido cuscino perchè sarebbe assurdo, chiunque ne percepisce il possibile impiego, è un meccanismo psicologico che avviene in automatico, a livello inconscio.
I significati, insomma, vengono suscitati in noi senza che ce ne rendiamo conto e senza che qualcuno ci suggerisca come utilizzarli e perché.
Quindi, in un’abitazione, i significati emotivi sono ovunque e le persone che vi entrano ne sono investiti inconsapevolmente.
Direi che nella tecnica dell’home staging questo concetto può, a pieno titolo, essere considerato basilare ed è bene tenerlo sempre a mente quando si prepara un allestimento. Voi che ne dite?