L’home staging e il mercato turistico extra alberghiero

L’home staging e il mercato turistico extra alberghiero

Diventare home stager specialist in microricettività

L’home staging si è rivelata una soluzione efficace per quanto riguarda il mercato immobiliare di case e appartamenti ma lo è altrettanto per il mercato turistico extra alberghiero.
Sono sempre di più le persone che preferiscono una sistemazione di questo tipo, rispetto al tradizionale hotel, e per sceglierla consultano i portali dedicati che si trovano sul web.
Proprio come fa chi cerca un appartamento da acquistare o affittare!
Allora perché non dovrebbero funzionare le stesse regole che si applicano al primo caso?
Certo, serve un professionista che abbia esperienza di home staging turistico, in grado di interpretare al meglio i bisogni della clientela. E prima ancora, che sappia individuare il target di clienti più adatto e interessato a questo tipo di proposte.
Ma andiamo con ordine.
Anzitutto, è bene chiarire cosa si intende per settore turistico extra alberghiero.

Hotel? No, grazie!

Nel settore turistico extra alberghiero sono comprese diverse realtà, dall’agriturismo alle camere in affitto, passando per il bed&breakfast.
È il cosiddetto mondo della microricettività, sempre più gettonato dai viaggiatori perché lo trovano più accogliente e più simile all’idea di casa in cui vivere, anche se vi si ricorre per pernottamenti in media piuttosto brevi. Comunque, lo si preferisce all’albergo che risulta più freddo e anonimo.

L’home stager specializzato

L’home stager specialist in microricettività deve mettere in pratica le proprie competenze in fatto di interior design, psicologia ambientale e architettonica, psicologia del marketing a favore di questo particolare mercato immobiliare.
Non si tratta più di far risaltare un intero appartamento ma solo una stanza, però, lo scopo è sempre lo stesso: accendere una pulsione all’acquisto in chi la vede attraverso il web.
Ed è ancora più importante fare attenzione agli elementi che vengono inseriti nella camera da promuovere. Infatti, chi cura l’allestimento deve avere la piena consapevolezza che ogni oggetto è in grado di trasmette un messaggio subliminale, pertanto, è opportuno sfruttarne a pieno le potenzialità persuasive.
L’home stager che si prepara ad un intervento in una struttura finalizzata alla microricettività deve tenere conto delle differenze che ci sono rispetto ad un immobile privato.
Per esempio, l’aspetto funzionale degli arredi che ha quasi più rilievo di quello estetico.
Con questo non voglio dire che basta mettere due sedie e un letto così come capita!
L’home stager non deve mai mancare alla cura della presentazione, però, bisogna considerare che gli utenti di questo settore sono viaggiatori, turisti che arrivano con le valigie e hanno necessità diverse da chi sta cercando una casa in cui vivere.
Inoltre, ci sono delle normative specifiche che non si possono certo ignorare.
L’home stager ha il compito di individuare le soluzioni più adatte, suggerendo gli arredi più funzionali e la disposizione degli elementi che sia più pratica.

I want you!

I want you!
Stabilire il tipo di target a cui ci si vuole indirizzare è un altro lavoro che spetta al bravo home stager.
Occorre domandarsi che tipo di turista si vuole attrarre e impostare tutto l’allestimento su questo fattore.
È chiaro che una struttura che si vuole proporre alle famiglie non avrà le stesse caratteristiche di una che punta alle giovani coppie o ai single!
Di conseguenza, anche l’home staging dovrà essere adeguato alla situazione.
Più il messaggio trasmesso attraverso l’allestimento sarà chiaro, più numerosi saranno i potenziali clienti attratti dalle immagini pubblicate online. E più saranno le prenotazioni!
Un circolo virtuoso in cui ogni passaggio ha bisogno della massima attenzione per non spezzare la successione.
È una sfida molto impegnativa ma anche molto stimolante, ve la sentite di affrontarla?
Allora forza, al lavoro!

 

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